Divorzio psicologico, come e quando avviene

Il divorzio deve essere affrontato, in un modo o nell’altro, sotto i suoi diversi aspetti.

Una delle teorie che, ancora oggi, vengono maggiormente utilizzate per spiegare il divorzio come un processo è quella dei sei stadi del divorzio, elaborata negli anni Settanta da Paul Bohannan.

Se l’accettazione e la conclusione del divorzio sono possibili, esiste una tappa importante e finale che è quella del divorzio psicologico.

Vediamo in che cosa consiste, e anche come poter affrontare questo passaggio per ricominciare una vita più serena anche dopo il divorzio.

Che cos’è il divorzio psicologico

Come prima cosa bisognerà individuare le caratteristiche del divorzio psicologico.

Con questa espressione Bohannan indicava la “separazione di sé dalla personalità e dall’influenza dell’ex coniuge”.

Si può dire, quindi, come il divorzio psicologico costituisca l’esito finale del processo di separazione tra quelli che erano i coniugi, e si verificherà nel momento in cui entrambi abbiano la possibilità, e la capacità, di riacquistare la piena indipendenza reciproca, così come la capacità di cominciare una nuova vita.

Quando avviene il divorzio psicologico?

Il divorzio psicologico si può indicare come compiuto nel momento in cui la coppia, ormai divisa, avrà elaborato e compreso l’esperienza relativa alla separazione.

I due ex coniugi avranno superato il periodo di conflitto e di divisione, e saranno pronti a passare alla cooperazione.

Fondamentale perché si verifichi un vero e proprio passaggio di questo tipo sarà il raggiungimento dell’autonomia emotiva da parte di entrambi gli ex coniugi.

Inoltre, si deve sottolineare come dalla buona riuscita di questo passaggio dipenderà anche il successo del divorzio genitoriale.

Il divorzio psicologico e il lutto

Se il sereno raggiungimento del divorzio psicologico sarebbe la situazione ideale, bisogna anche pensare che in molti casi ciò non si verifica.

Infatti, nel caso in cui il matrimonio finisca contro la volontà di uno dei due coniugi, la persona che subirà la separazione vivrà quella che è stata assimilabile ad una condizione emotiva di lutto.

In particolare, anche se l’altra persona sarà viva, il coniuge che abbia subito il processo di separazione percepirà questo come la perdita di una persona amata, e vivrà molte delle sensazioni che vengono provate da chi sia rimasto vedovo.

A partire da questo presupposto, due psicologi (David Sbarra e Robert Emery) hanno elaborato quello che è stato chiamato come Modello Ciclico del Lutto.

Questo prevede tre emozioni:

  • L’Amore: questa emozione implica nostalgia per la perdita della persona, oppure una speranza segreta relativa alla possibilità che tutto possa tornare come prima

  • La Collera: questa viene provocata dalla frustrazione subita, ed in particolare dalla sensazione di essere stato ingannato

  • La Tristezza: questa emozione si lega al senso di solitudine e di sconforto che derivano dalla separazione

Secondo questo modello, alla fine di una relazione, le emozioni descritte compariranno una per volta, tutte con una forte intensità. Ovviamente, con il tempo inizieranno a diminuire, e potranno manifestarsi in modo simultaneo.

Tuttavia, nel momento in cui questi contenuti psichici siano elaborati e riconosciuti in modo adeguato, si potrà arrivare ad una nuova rinascita e all’accettazione della separazione e del divorzio compiendo, quindi, quello che è il divorzio psicologico.

Purtroppo, non tutte le coppie riescono ad arrivare ad un divorzio psicologico da sole, e si può manifestare quello che viene chiamato “legame disperante”.

Il divorzio psicologico e il legame disperante

In alcuni casi le separazioni si possono definire come impossibili, o comunque molto difficili.

La paura della perdita dell’altro può trasformarsi in una guerra che sfocerà in udienze, rappresaglie e molto altro.

La lotta tra i coniugi continuerà ad alimentarsi e ogni pretesto sarà sufficiente per arrivare ad una lite.

Da questo nascerà quello che viene definito da tre autori (Cigoli, Galimberti e Mombelli) come Legame Disperante.

Il legame disperante è quella situazione che non permette alla coppia di raggiungere, appunto, il divorzio psicologico.

Il rapporto tra i due non può essere più mantenuto in vita, poiché è distruttivo per le parti, ma arrivare a spezzarlo potrà comunque comportare una profonda angoscia per almeno una delle parti. Quindi, si arriverà ad evitare il divorzio vero e proprio in quanto ritenuto troppo doloroso.

Nel legame disperante, uno dei coniugi, o anche entrambi, considerano l’altro come l’incarnazione del male. È all’altra persona che andranno attribuite le colpe, anche quelle personali e più intime.

Con questa logica, si arriva ad avere sempre la volontà di distruggere l’altro, usando tutte le armi possibili: dal ricorso all’autorità giudiziaria, al fatto di negare il denaro, fino alle rappresaglie meramente psicologiche.

In questa fase non ci sarà ancora spazio per poter elaborare il dolore, anche se sarebbe proprio la strada da percorrere per porre fine ai conflitti.

Oltre a quel dolore prettamente psicologico, ci si troverà, poi, ad affrontare gli aspetti pratici e pragmatici del divorzio legale, come la divisione dei beni, la solitudine e così via.

Ovviamente, i problemi materiali diventeranno un ulteriore pretesto per arrivare allo scontro con l’altro. È il classico esempio del mancato pagamento degli alimenti, oppure della mancata collaborazione nella gestione dei figli.

Per arrivare al divorzio psicologico in questi casi sarà fondamentale l’aiuto di un professionista, anche perché lo scontro e l’astio tra i due coniugi potrà portare a problematiche rilevanti anche per gli eventuali figli.

Questi, infatti, spesso potranno percepire sensazioni molto simili a quelle dei genitori, con tanta insicurezza, tristezza e angoscia.

E, allora, come arrivare al divorzio psicologico?

In situazioni nelle quali si presenti il legame disperante, si renderà necessario il supporto di un terapeuta, soprattutto per la parte che senta di aver “subito” il divorzio.

Si tratterà di un percorso nel quale la persona verrà accompagnata ad elaborare quello che sarà percepito come un vero e proprio lutto.

Ci si concentrerà sull’elaborazione di tale situazione, ma anche sulla conquista di una nuova indipendenza, di una forza che non deriverà più dall’ex coniuge, e dal proprio ruolo all’interno della coppia, ma da se stessi.

Solo in questo modo sarà davvero possibile uscire “vincitori” dal divorzio e anche recuperare un rapporto di collaborazione e stima reciproca con il proprio ex coniuge.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *