Divorzio economico, cosa è e come affrontarlo

Quando finisce un matrimonio esistono stadi che devono essere affrontati per poter arrivare, infine, ad uno scioglimento effettivo del legame tra i due ex coniugi.

Secondo le teorie di Bohannan per giungere alla definitiva conclusione del legame tra i due partner saranno necessari sei stadi, che comprendono anche il divorzio economico.

Comprendere che cosa si intenda per divorzio economico, e anche come poterlo affrontare, sarà essenziale non solo per chi si trovi in prima persona a dover divorziare, ma anche per chi debba aiutare o supportare i due partner nel loro percorso.

Il divorzio economico in generale

Nel momento in cui si intraprenda il percorso legale per divorziare si avvieranno le pratiche per quello che si può definire come divorzio legale, quello che, come istituto giuridico, consentirà di porre effettivamente la parola fine sul matrimonio.

Durante la fase del vero e proprio divorzio legale ci si occuperà di ricorrere ad un avvocato, o ad un mediatore famigliare, per iniziare a definire gli aspetti pratici della separazione prima, e del divorzio poi.

Tali aspetti comprenderanno anche quello economico.

Nella fase del divorzio economico ci si occuperà di discutere le questioni relative alla suddivisione dei beni e delle proprietà dei coniugi, sia che esse siano presenti sia nel caso in cui la parte economica sia piuttosto marginale.

Non solo, in quanto si prenderanno in considerazione anche aspetti che sono visti come più delicati, come la definizione dell’assegno di mantenimento al coniuge (quando questo sia necessario) e per gli eventuali figli.

Se, quindi, si può pensare che il divorzio economico sia una mera questione di numeri, bisognerà cercare di andare oltre questa visione, comprendendo come l’aspetto economico sia molto più profondo di quanto si possa pensare.

Il divorzio economico come divisione della famiglia

Prima della separazione la famiglia, ed in particolare i due coniugi, si occupa di gestire le spese in modo unitario. Si ha una comunione di intenti, di futuro e di investimento.

Nel momento in cui, invece, intervenga il divorzio i coniugi realizzeranno la separazione anche economica e finanziaria.

Questo comporterà spesso delle differenze: ci sarà chi guadagnerà di più, chi dovrà mantenere l’altro, e chi, dovendosi fare carico per più tempo della prole, dovrà richiedere un mantenimento.

E non solo.

Infatti, nel momento in cui si dovrà affrontare il divorzio economico si potranno presentare delle spese che potranno squilibrare ulteriormente i due componenti della coppia.

Uno dei due ex coniugi, ad esempio, dovrà iniziare a pagare da solo un affitto, oppure potrà avere la necessità di acquistare una nuova auto, in quanto quella della famiglia rimarrà all’altro.

Si può capire, quindi, come l’aspetto economico sia molto forte, e possa portare ad un totale disequilibrio tra le parti, spesso più importante rispetto alle questioni pratiche o a quelle sentimentali.

Il divorzio economico e gli aspetti psicologici

Se, quindi, nel divorzio economico rientrano tutte le questioni riferite alla spartizione dei beni materiali della coppia, se si va ad indagare più a fondo si scopre come ci sia dell’altro.

Secondo Giuseppe Santi spesso la gestione di questa fase del divorzio viene delegata all’avvocato, al giudice o al mediatore.

Questo accade perché i due coniugi hanno troppo in campo, sono troppo tesi per potersi occupare in modo tranquillo e razionale anche degli aspetti patrimoniali della fine della loro relazione.

Se, però, questa è una delle opinioni, bisogna sottolineare come molti altri autori sostengano come i conflitti coniugali possano sorgere anche, e spesso soprattutto, durante la fase del divorzio economico.

Questo accade perché il denaro è il tramite del conflitto, più che il motivo dello stesso. Il denaro diventa un ulteriore argomento per ricattare o vendicarsi del partner che abbia deciso di dissolvere il legame, che abbia detto di non essere più innamorato, che abbia tradito o che, semplicemente, abbia per primo affrontato la questione.

Si chiederà un mantenimento totale, si faranno pesare le avverse condizioni economiche, la presenza dei figli, la mancanza di lavoro, e il denaro diventerà sempre più fonte di ricatto e un elemento per far leva sul senso di colpa dell’altro. Spesso questo aspetto è ancora più subdolo rispetto ad altri, che appartengono agli altri stadi del divorzio.

Inoltre, molto spesso si pensa che gli aspetti economici del divorzio siano secondari, siano solo “pratici” e siano facili da decidere.

Questo è errato, e ci si accorge sempre più spesso di come le persone che abbiano divorziato debbano affrontare problemi finanziari notevoli.

Questo è sempre più comune per le donne, alle quali in molti casi viene affidata la prole e che, per le condizioni del nostro Paese, si trovano a non avere un lavoro, oppure ad averne uno con una retribuzione inferiore rispetto a quella dell’ex coniuge.

Nella maggior parte dei casi, il divorzio determina un abbassamento dello stato economico delle donne, e anche, in conseguenza, di quello dei figli.

Ecco che, quindi, il denaro può diventare un mezzo per fare la guerra all’ex coniuge nel momento in cui vi sia ancora un coinvolgimento dal punto di vista emotivo.

E, allora, come affrontare gli aspetti economici del divorzio?

Sicuramente bisognerà iniziare da un punto di vista pratico, destinando il passaggio dell’individuazione della situazione economica attuale ad un legale, ma non bisognerà cercare di distaccarsi del tutto dal fattore economico del divorzio.

Anche il passaggio del divorzio economico dovrà essere elaborato, come tutti gli altri stadi, per arrivare ad avere un vero e proprio scioglimento del legame precedentemente presente tra i due coniugi.

Ecco che, allora, il supporto psicologico potrà servire in questa fase ad entrambe le parti.

Alla parte economicamente forte, per riuscire a comprendere le esigenze dell’altro e anche a mettere da parte l’emotività che potrebbe risultare in un ricatto economico nel senso della privazione delle risorse.

A quella economicamente più debole, per affrontare le difficoltà del ritrovarsi con un tenore di vita più basso, ma anche per evitare, ancora una volta, di far leva sull’aspetto economico per ottenere qualcosa dalla controparte, sia esso un assegno di mantenimento più alto, il contributo per le spese improvvise, oppure la semplice “compassione”.

 

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